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iv - commentari della storia di napoli 221


voleva che no, esortandola a non compromettersi. Ella scoprí, o per timore o per altra ragione. Donne e nazione napoletana incapaci di secreto; o perché temea del Guerra, il quale egli stesso l’accompagna al governo. Baccher visitati, trovansi distintivi e bandiere reali e nota di duemila congiurati. S’imprigionano. Onori solenni alla Sanfelice, come salvatrice. Il numero sbigottisce il governo. Temea non l’impunitá desse ardire, non la severitá inferocisse. Ordina cose da far piú congiure e respingere libertá: tutti si chiudano a un colpo di cannone, e si stiano, chiuse le finestre, in casa. Ogni ascritto alla guardia nazionale si armi e vada a suoi designati quartieri; a un altro colpo uscirebbero: chiunque a quell’ora preso, moschettarsi se armato, carcerarsi se disarmato. Esperimento pericoloso ma grande dalla quiete del popolo, che diviene furente spesso anche per il troppo timore. Tutti ubbidirono: e i piú senza sapere il perché. Guardie nazionali accorsero. Busset generale visitava tutti i quartieri, lodava, animava; il Corpo legislativo ondeggiava immerso nel pensiero de’ mali. Colobrano principe era di guardia al palazzo legislativo. Nascita illustre, ricco, versatile ingegno, ambigua fama; passò per delatore della regina, di cui fu intrinseco; patriotta per ambizione. Avvisarono i legislatori di udire il suo parere. Egli disse di aver parlato cosi:

«La repubblica minacciata da parti, quasi invasa dagli esterni nemici. Ben vuole politica nascondere le avversitá al popolo, ma non acciecare noi stessi, anzi e vederle e prevederle. Ruffo in Calabria, Puglia e Basilicata. Sciarpa sino a Salerno. Sollevati i circonvicini popoli al golfo. Pronio e fra Diavolo armati gli Abruzzi, Terra di Lavoro e Campania. Gl’inglesi signori del mare. Congiura. Popolo, e per la natura de’ volghi incostante, e per sua feroce, e per miseria sperante nell’avvenire, e per esperienza credente agevoli rivoluzioni. Né il re amava, temevalo per abitudine e forza e riverenza; né noi ama, che né forti crede né può riverire. Questo è lo stato. Né amico o parente, né allento difende chi non seppe, quando avea l’armi, difendersi. Presa Napoli, non v’è scampo, saranno inutili i consigli, se inutili le armi: in queste tutta la salute. Né mancano mezzi.