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gli italiani, questa sia prima lor cura: di conservare all’Italia la sede [della religione] di Cristo, la quale, benché tutta insanguinata di delitti, fece tributari un tempo senz’arme tutti i re e gl’imperatori d’Europa, e trasse a Roma le adorazioni e l’oro degli stranieri. Se non che fors’anche questa religione avrá fine come tutte le umane cose. Ma, qualunque siano le rivoluzioni del cristianesimo, queste due cose dico doversi fare dagl’italiani, se mai acquistassero libertá e grandezza: ritrarre la Chiesa di Cristo a’ suoi principi, e darle magnificenza. La prima cosa la fará meno scellerata, l’altra piú utile allo Stato. Ed è facile ritrarla a’ suoi principi, tutte quelle cose da prima recandole che sono utili a’ preti, non discare alla plebe; e però conviene osservare quello che piú appetisce la nostra natura. E primamente partecipando a’ preti tutte le magistrature della repubblica; concedendo il matrimonio; armandoli gli uni contro gli altri, e specialmente i regolari, per la possessione di terreni, la qual cosa diminuirá la lor lega e li fará ridicoli per le loro dispute e dispregiabili per le loro colpe al popolo (ché, ove si tratta di averi, i mortali non risparmiano contumelie e delitti), facendo non ad un tratto, ma di lenta consunzione morire tutte le religioni fratesche; tutte abolendo le decime, che gli agricoltori pagano a’ parrochi, e ricompensando i parrochi con piú stipendi di ciò che da prima ritraevano; pubblicamente sieno venerati, e secretamente strozzati, ma non giá puniti mai con apparato, perocché piú a’ miei tempi incuteva in Venezia il nome degli inquisitori di Stato, che avea fama di strangolare e di imprigionare, sebbene assai piú teste, ma con meno timore, si mozzino in tutta Italia. E cosí a poco a poco levare a’ preti le celebrazioni misteriose e la confessione: insomma fare cittadino ogni prete e prete ogni cittadino. In quanto alla magnificenza, conviene ornare di assai edifici le cittá, e con somma pompa fare l’esequie de’ cittadini, ed ogni festa sí lieta che trista tragga


    efficace sempre, ed efficacissima nell’abbattere le opinioni, le quali, non potendo essere abbattute che da altre opinioni, lentamente quindi e senza che gli uomini pure si avvedano, si deve insinuarle nelle teste della moltitudine.