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186 v - scritti e frammenti vari


E n’abbiamo ragionato sovente, io e l’amico mio Diogene; il quale non è poi, come si pretende, l’uomo il piú villano del mondo. Né tutta la sua eloquenza, né il suo esempio, che vale assai piú, mi hanno potuto mai fare cosmopolita nel cuore... non posso. La mia ragione, presa alle strette dagli argomenti e dalla trista veritá dell’esperienza, ha detto, scuotendo appena la testa, di sí; ma il cuore (e Diogene, che lo sa, ve ne attesti) è restato da quel di malinconico, e non ha risposto neppure un «et».

Ho dormito piú volte i miei sonni pacifici su la paglia, e ho cenato allegramente sul desco della povertá. Nelle mie meditazioni ho congedato la vita col disdegnoso sorriso di tutti gli antichi e moderni sprezzatori di morte; non eccettuato il buon Seneca, che (sia detto fra noi) si accarezzava, tremando, un fiato di vita con l’acqua ora di uno ora di un altro ruscello, e coi legumi piantati sospettosamente dalla propria mano ne’ suoi lussureggianti giardini. Ma la patria?... Il cielo non me ne ha conceduto; anzi ordinò alla fortuna di gettarmi nel mondo come un dado.

Dai precedenti tomi dell’Io che voi, madama, avete giá letto, o leggerete, o sarete per non leggerli mai (non sono ancora scritti), saprete ch’io nacqui in Grecia, ch’io trascorsi l’infanzia fra gli egiziani, la fanciullezza nell’Illiria, la giovinezza su e giú per l’Italia, la prima virilitá in Francia, come vedete, e e il resto di vita... Dio sa!

Aggiungete che mio padre mi lasciò erede del suo genio ambulatorio, ed io mi struggo di cercar nuove terre per anatomizzare sempre piú gli uomini ed adorare la madre natura. ... Ma se voi, madama, leggendo sin qui le poche pagine del mio libro, vi siete affezionata all’autore, che. . . . .

Mi son trovato rinchiuso fra due montagne nere, aride, circondate in tutta la loro altezza da orribili precipizi e da abissi profondi. Presso le loro vette le nuvole erravano lentamente fra alberi funebri... Due stavano sospese sui loro sterili rami.

O conquistatori, qui qui contemplate lo spettacolo dei stermini di cui affliggete la terra.....