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146 notizia bibliografica


avvilisce se stessa, e non di buona fede, accomunandosi a tante altre; avvilisce l’amante, facendogli obbliquamente sentire ch’ella non crede sí forte l’amor suo, com’egli vorrebbe mostrarle. L’insultante freddezza di tutti quei consigli fu sí velenosa nel giovine, che infatti, appena gli ebbe ascoltati, si deliberò di morire. L’autore dunque è pittore esatto e maestro, conobbe tutti i secretissimi ripostigli della mente di quella donna, sentí l’efficacia di quel discorso, e trattò la scena in guisa che nessuno potesse emularlo. Pur si domanda: «Quel carattere di Carlotta l’ha egli, o no, creduto plebeo? o piuttosto, come pare dalla sua vita, non l’ha egli stesso sperimentato realmente col suo proprio dolore?» Chi rispondesse alla prima interrogazione: «L’autore ha saputo dipingere ciò che ha veduto e come lo ha veduto, e il quadro esce di grandissimo effetto», non vi sarebbe da replicare. Ma chi, all’altra interrogazione, affermasse, resterebbe forse interdetto dalla replica desunta dal fatto, ed è che «per l’autore quel carattere fu sorgente d’angosce, ma non di morte»; e chi invece negasse, incolperebbe l’autore d’avere fatto che un giovine di cuore sí finamente temprato simpatizzasse con la freddezza di quella femmina e ne perisse. Inoltre, rappresentandola con amabili colori che illudono i lettori inesperti, e apponendo tutte le colpe del suicidio all’anima acciecata di Werther, e nessuno alla donna, l’autore potrebbe essere tacciato d’avere o non saputo o non voluto far discernere gli artifici che si possono dir naturali, invisibili, di tante altre di pari carattere, le quali pur vivono in societá, ingannando gli amanti, i mariti, il mondo e se stesse. Ma quest’ultima censura è inopportuna alla questione1. Per le altre, basta distinguere: se trattasi di opporre carattere a carattere di beltá vera insieme e ideale, anzi individuo a individuo vivente, Teresa è bellissima, e par chiamata in iscena piú per distôrre che per indurre al suicidio un amante. Infatti l’Ortis, distolto lungamente da essa, s’uccise per anteriori cancrene di cuore e per suo proprio decreto; anticipato da piú mesi, assegnandone l’esecuzione al tempo in cui Teresa sarebbe serva d’un altro e non potrebbe piú consolarlo. Se poi trattasi di ritrarre al vivo l’indole femminile, quale è spesso a’ di nostri, e ricavarne il maggiore effetto tragico possibile, molti fatti giovano d’eccezione e distruggono quasi la regola, che un

  1. Se ne discorre nel seguente paragrafo.