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delle ultime lettere di iacopo ortis 143


superioritá di riamato amante, e non parla del suo rivale se non perché teme la futura infelicitá di Teresa. Ma Werther, benché s’innamori di Carlotta ancora fanciulla, e senta come l’anima di lei sia in dolce armonia con la sua, non ha cuore di dolersi, fuorché sommessamente, delle nozze di lei: s’affeziona ad Alberto con lealtá; e, quando questi possiede Carlotta, Werther crede sinceramente ch’ella sia moglie felice, e si fa sempre piú amico del marito, e, non che venirgli allora nell’animo ch’ei vorrá forse un giorno tradire l’ospitalitá, par ch’ei non sappia neppure che la sua passione potrebbe turbare la tranquillitá de’ due sposi. Cosí l’amore nel Werther è malattia, che s’insinua piacevole e cresce invisibile sino alla cancrena: e, quando il misero s’accorge della insopportabile angoscia, tenta, ma non è piú in tempo, di risanarla; e allora la misantropia diventa piú amara assai che nell’Ortis: e questi al contrario, quanto piú si rassegna ad abbandonare la vita, tanto piú mostra pietá e indulgenza per gli altri. Il grande merito, che ne’ gradi lentamente crescenti della passione ha l’autore tedesco, non gli può essere oramai conteso da nessun critico; e la sua lode maggiore si è che il carattere dell’amore nel suo protagonista ha tanta combinazione d’affetti e semplicitá insieme e veritá desunta da’ cuori giovanili, quali specialmente si veggono a’ nostri giorni, che tutti i lettori ne sono colpiti e nessun ha bisogno d’indagarne il perché. Non v’è giovine ingenuo, creato dalla natura e raffermato dall’educazione ad essere onesto, che non cominci ad innamorarsi con disinteresse, e che poi non cammini a gran passi verso i deliri del vizio, avendo, per cosí dire, gli occhi abbagliati dalla virtú. E, non per tanto, tutto è reale e tutto insieme è ideale in questo carattere, temprati da sí felice armonia che non si saprebbe distinguerli mai. Per altro a Werther bisognava una donna un po’ diversa da Carlotta. Chi la raffronterá a quante oggi si veggono comunemente, la troverá piú reale di Teresa, e perciò appunto s’accorgerá che le manca molta bellezza ideale. La dissimulazione, alla quale Carlotta è dal suo matrimonio necessitata; la compiacenza, come Dante notò, d’

esser baciata da cotanto amante,

sentimento secretissimo di tutti i cuori femminili, ma che in Carlotta non è purificato da un caldissimo amore1; quell’altro stato,

  1. Citeremo sempre l’edizione Goethe’s Schriften, erster Band, Leipzig, bey