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delle ultime lettere di iacopo ortis 139


ma hanno parimente comune il metodo, ed in ciò la prima lode spetta a chi primo l’ha ritrovato. Né qui trattasi di sapere se per manifestare il cuore di un suicida non siavi altro metodo se non questo, ch’ei scriva le sue lettere ad una sola persona; né si potrebbe asserire che il libro italiano sarebbe con la sua prima orditura riescito o migliore o peggiore: basti che l’effetto dell’invenzione di Goethe è riescito ne’ due libri infallibile. Trattasi bensí di vedere quanto il secondo scrittore abbia alterato, migliorato o accresciuto il metodo. Or, esaminando le varietá nelle forme,e aggiungendo anche le considerazioni piú ovvie su le varietá essenziali che costituiscono la parte tutta propria al secondo scrittore, ogni lettore potrá giudicare da sé quanta imitazione e quanta originalitá siavi nell’Ortis. Il Guglielmo, che riceve le lettere di Werther, non è altro che nome; cosicché l’autore narra gli avvenimenti che il protagonista non avrebbe potuto scrivere. Lorenzo invece è uomo, che, senza richiamare a sé l’animo del lettore, consiglia nondimeno e compiange e rispetta il suo misero amico; ne riceve le lettere, le conserva, le dispone, le pubblica; v’aggiunge in via di schiarimento un ragguaglio delle cose da lui vedute o avverate, e, dove non le sa, lascia alle volte delle lacune; finalmente giustifica la fiducia che l’Ortis aveva in lui: da che Lorenzo si mostra di carattere assai piú moderato, ma, quanto alle opinioni politiche, affatto conforme, e corre gli stessi pericoli: e narra le cose in guisa da

    i tragici si vanno successivamente imitando, perché trattano storie credute per tradizione perpetua. Ma e quante storie non abbiam noi, purtroppo, sott’occhi ogni giorno di suicidii per amore? e a crederle non ci bisognano tradizioni. E, se gli nomini suicidi s’imitano tutti, specialmente quando sono nelle stesse passioni, l’autore, che ne descrive uno, dovrá egli travisarne la storia, acciocché non si dica ch’ei l’abbia copiata da un altro? L’altra ragione si è: che i due protagonisti si trovano nelle identiche circostanze: Werther ama la moglie, e l’Ortis la sposa promessa d’un altro; tutti due sono rifugiati in campagna; Teresa ha un padre e una sorellina che amano I’Ortis, come Carlotta ha un padre e de’ fratelli bambini amici di Werther; Teresa e Carlotta non hanno madre, perché, siccome questa l’ha perduta per malattia, così quella 1 ’ ha perduta per dissidi domestici, ecc. ecc. Quasi che gli innamorati della donna che posseggono s’uccidessero così spesso; quasi che ogni paese non fosse composto di famiglie, e tutte a loro volta non fossero piene di fanciulle innamorate promesse ad uomini ch’esse non amano, piene e di bambini e di dissidi e di funerali; quasi che le ragioni della vita solitaria e disoccupata di Werther non fossero piú gratuite della vita solitaria e disoccupata dell’Ortis. Non vi fu forse individuo in Italia, che, o per una o per un’altra opinione politica, non sia stato negli anni addietro costretto a fuggire dalle cittá; e molti forse anch’oggi si trovano ne’ medesimi casi.