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stendo tutta di commozioni naturali, penetra le anime. E, quando da mille colpi graduali, continuati, diversificati con novitá, modificati con arte, ma provenienti pur sempre da un medesimo oggetto e tendenti a un unico scopo, le anime giovanili siano state una volta gagliardamente scosse, conservano, se non quel moto medesimo, certamente una oscillazione protratta per anni, la quale avverte del modo di preservarsi da simile violenza di cuore, o, non fosse altro, inizia a conoscere le proprie viscere nelle altrui, e tollerare le angosce umane e compiangerle. I casi della vita sono vari e individuali, e non ammettono regola; ma le passioni, da’ gradi in fuori, e il dolore sono comuni a’ mortali. L’autore della Nuova Eloisa intese di rappresentare i principi, i progressi e le catastrofi dell’amore in certi individui che, secondo lui, esistevano e, se la societá fosse men guasta, esisterebbero in piú gran numero; e li volle contrapporre appunto agl’individui corrottissimi della societá1. Perciò s’è giovato di cinque o sei attori e di semplici avvenimenti: pone i suoi innamorati in una piccola appartata cittá degli Svizzeri: avverte che sono educati alla ritiratezza domestica e alle solitudini severe delle Alpi, senza uso di mondo, né curiositá di conoscerlo; e li ha dotati di tanto ingegno da farli vagare ne’ spazi d’un’ideale filosofia, e di tanto ardore da strascinare la loro indole ingenua e naturalmente buona a falli ed a pentimenti; e pubblica le loro lettere, dettate (come egli ridice spesso) in istile scorretto, e da essere meritamente censurato da chiunque ha gusto elegante in letteratura. Veggonsi infatti in quelle lettere gli affetti dolcissimi, inquieti, profondi; i generosi sensi; gli errori di mente; le ingannevoli illusioni di perpetua felicitá e di pura virtú; le colpe e le sciagure e i ravvedimenti, che finalmente si risolvono e si concentrano in un lungo sentimento sublime di passione purificata dalla ragione protratto fino alla morte: il che infatti è conseguenza dell’amore altamente provato da’ cuori bennati, che non siano stati guasti dalla corruzione delle grandi cittá; ma l’autore

  1. Del giudizio, che segue intorno la Nuova Eloisa, era nostra prima intenzione di non riportarne se non quanto bastasse a far, col paragone, conoscere il Werther e l’Ortis. Poi ci siamo riconsigliati di non accorciarlo che di pochi periodi, pensando che trovasi in un articolo destinato per l’appunto al romanzo italiano, e che inoltre giova a spiegare la teoria sui romanzi semplici, e che finalmente non rincrescerá a’ piú de’ lettori di trovar qui un esame che, se non è nuovo, pare almeno imparziale ed esatto sul romanzo piú celebre del secolo addietro.