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delle ultime lettere di iacopo ortis 115


la corrispondenza de’ lor cuori. Ma gli ha poi consultati questi giudici provocati? Non parlo del fine che ebbe in tal provocazione; qual frutto ne aspetta? qual orrore ne vuole ispirare? qual morale insinuare? Domando qui solamente, se pensò a’ suoi lettori, alla diffidi lor commozione, al prolungarla per tanto tempo, al pronto asciugarsi le lagrime loro, al piú pronto stancarsi di lamenti, di pianti, d’amori, di personaggi ignoti o poco interessanti; onde il lettore, raffreddato, divien critico, e talor nemico del libro, benché l’autore faccia ogni sforzo per farselo amico, interessato per esso, commosso da esso, piangere con esso. I bellissimi tratti di stile allora languiscono, e qual si voglia penna pittrice, armonica, elegante e perfin sublime non farebbe passare in altrui le doti dello scrittore. Ho gustato alcuni passi e ammirati; m’hanno talor commosso, ma non sino alle lagrime, benché mi siano delizia, e ch’io spargo si volentieri e bramo di spargere a mia consolazione e a tributo della umanitá non che dell’eloquenza». Frattanto gli altri dicevano: — A chi scrive è piú agevole, siccome anche piú grato a chi il legge, il romanzo tessuto di complicate vicende, vario di caratteri e dilettevole per inaspettate catastrofi, esposte con brio, con passione e con eleganza; e, s’anche questi requisiti dello stile mancassero, non resterebbe che non trovasse lodatori, specialmente fra quelli, e sono i piú, che leggono con poca penetrazione e spesso per noia; e veramente chi libera gli uomini dalla noia, fa loro grandissimo beneficio. Invece la difficoltá di lasciare da parte le avventure meravigliose e i molti accidenti, e contentarsi di assai pochi e ordinari, a fine di agitare e sviscerare per mezzo di questi un solo carattere umano e di richiamare per tutto il corso d’un volume i lettori sovr’esso, è malagevolissima a sormontarsi. L’autore cosí non esercita piacevolmente la fantasia di chi legge; la quale per altro, essendo prestissima a muoversi, non tarda a stancarsi: ma, ove gli riesca bene il suo schietto lavoro, eccita i cuori a osservare commossi in que’ fogli la malattia giornaliera e progressiva d’un altro cuore umano febbricitante di passioni e per cose che tuttodí accadono a tutti. La sostanza de’ racconti complicati è depositata nella sola memoria, che non può lungamente serbarla; e sostanza d’un romanzo, come il Werther1 e l’Ortis, consi-

  1. Avendo riserbato l’estratto de’ paragoni instituiti fra il Werther e l’Ortis al seguente paragrafo, premettiamo in questo le osservazioni teoriche spettanti a’ due libri, e quelle sole applicazioni particolari che si riferiscano all’Ortis.