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IX

ESAME SU LE ACCUSE CONTRO VINCENZO MONTI

[1798]


«Sed ego adolescentulus...,studio ad rempublicam latus sum: ibique... pro pudore, pro abstinentia, pro concordia, pro virtute, audacia, largitio, irae, avaritia vigebant».

Sallustius [Cat., 3]1.


I

Coloro che hanno perduto l’onore tentano d’illudere la propria coscienza e la pubblica opinione, dipingendo tutti gli altri uomini infami. Quindi, oppresso l’uom probo, sprezzato l’uomo d’ingegno, si noma «coraggio» la petulanza, «veritá» la calunnia, «amore del giusto» la libidine della vendetta, «nobile emulazione» la invidia profonda dell’altrui gloria. Taluno, cercando invano delitto nell’uomo sul quale pur vorrebbe trovarne, apre una inquisizione su la di lui vita passata, trasforma l’errore in misfatto, e lo cita a scontare un delitto di cui non è reo, perché niuna legge il vietava. Lo sciocco plaude al calunniatore, il potente n’approfitta per opprimere il buono, il vile aggrava il perseguitato per palpare il potente. Non è ch’io parli di me, sebbene tale fra quei che reggono la somma delle cose m’abbia concitato contro la venale calunnia dello scellerato e la violenza del forte. Ma né le inquisizioni né le minacce né l’esempio di tanti giusti sacrificati potranno atterrirmi giammai

  1. Le parole spazieggiate sono aggiunte dal F. [Ed.].