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44 i - scritti vari dal 1796 al 1798


II

Pericle, quel grand’uomo cosí dispotico, che da’ suoi emuli era chiamato il «secondo Pisistrato», fu il primo promotore della mollezza e della corruzione. Ad oggetto di conciliarsi l’affetto del popolo, egli stabili che i giorni in cui dovevano celebrarsi i giuochi e i sacrifici si dovesse distribuire al popolo un certo numero di oboli, e che nelle ragunanze ove si agitavano le materie di Stato si pagasse a ogni cittadino una certa retribuzione per diritto di presenza. Cosí vidersi per la prima volta uomini repubblicani vendere alla repubblica la cura che si prendevano di governarla, e contar fra le opere servili le piú nobili funzioni della possanza sovrana. Non era difficile a prevedersi ciò che doveva produrre un sí terribil disordine. Si pretese di rimediarvi col destinare un fondo per uso di guerra, con proibizione, sotto pena di morte, di proporre di porvi mano sotto qualunque pretesto. L’abuso si mantenne sempre. Accumulandosi le somme ricchezze in mano di pochi, il povero cittadino, che formava la piú parte del popolo, non avrebbe lasciato i suoi lavori, comperati al fasto e alla corruzione de’ ricchi, onde governan la repubblica; quindi il sommo potere si devolveva ai pochi ricchissimi, se la legge non avesse tentato un qualche riparo, pagando i cittadini che intervenivano all’assemblee: pagando, vale a dire, tutto il popolo. Ma questa usanza, che rodeva secretamente le basi dello Stato, parve tollerabile finché il cittadino che viveva delle pubbliche liberalitá procurava di meritarle con un servigio assiduo di nove mesi all’armata. Ciascheduno serviva a vicenda, e chi si dispensava da un tal dovere era punito come disertore. Ma finalmente il numero de’ contravegnenti oppresse la legge, e l’impunitá, secondo il solito, non mancò di moltiplicare i colpevoli. Questi uomini, avvezzi al soggiorno delizioso d’una cittá ove le feste e i giuochi, introdotti dalle ricchezze, erano perpetui, concepirono un abbonimento insuperabile per la fatica, che risguardarono come indegna di persone libere. Convenne dunque trovar di che trattenere questo popolo sfaccendato e