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310 iv - seconda edizione delle


porta del giardino, mi prese di mano la Isabellina, e, lasciandomi:— Addio! — diss’ella; e, rivolgendosi dopo pochi passi: — Addio! —

Io rimasi estatico; avrei baciate l’orme de’ suoi piedi. Pendeva un suo braccio, e i suoi capelli, rilucenti al raggio della luna, svolazzavano mollemente; ma poi, appena appena il lungo viale e la fosca ombra degli alberi mi concedevano di travedere le ondeggianti sue vesti, che da lontano ancor biancheggiavano; e, poiché l’ebbi perduta io tendeva l’orecchio, sperando di udir la sua voce. Partendo, mi volsi con le braccia aperte, quasi per consolarmi, all’astro di Venere: era anch’egli sparito.

15 maggio.

Dopo quel bacio io son fatto divino. Le mie idee sono piú sublimi e ridenti, il mio aspetto piú gaio, il mio cuore piú com- 15 passionevole. Mi pare che tutto s’abbellisca a’miei sguardi; il lamentar degli augelli e il bisbiglio de’ zefiri fra le frondi son oggi piú soavi che mai; le piante si fecondano e i fiori si colorano sotto a’ miei piedi; non fuggo piú gli uomini, e tutta la natura mi sembra mia. Il mio ingegno è tutto bellezza e armonia. Se dovessi scolpire o dipingere la stessa Beltá, io, sdegnando ogni modello terreno, la troverei nella mia immaginazione. O Amore! le arti belle sono tue figlie; tu primo hai guidato su la terra la sacra poesia, solo alimento degli animi generosi, che tramandano dalla solitudine i loro canti sovrumani sino alle piú tarde generazioni, spronandole, con le voci e co’ pensieri spirati dai numi, ad altissime imprese; tu raccendi ne’ nostri petti la sola vera virtú utile a’ mortali, la pietá, per cui sorride talvolta il labbro dell’infelice condannato ai sospiri; e per te rivive sempre il piacere fecondatore degli esseri, senza del quale tutto sarebbe caos e morte. Se tu fuggissi, la terra diverrebbe ingrata; gli animali, nemici fra loro; il sole stesso malefico; e il mondo, pianto, terrore e distruzione universale. Adesso che l’anima mia risplende di un tuo raggio, io dimentico le mie sventure, io rido delle minacce della fortuna e rinunzio alle lusinghe