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262 iv - seconda edizione delle


vennero sul mezzogiorno co’ loro grembiuli di festa, intrecciando i giuochi e le danze di canzonette e di brindisi. Tale di esse era la sposa novella, tale la figliuola, e tal’altra la innamorata di alcuno de’lavoratori; e tu sai che i nostri contadini sogliono, quando si trapianta, convertire la fatica in piacere, credendo, per antica tradizione de’ loro avi e bisavi, che senza il giubilo de’ bicchieri gli alberi non possono mettere salda radice nella terra straniera.

Io frattanto mi dipingeva nel lontano avvenire un pari giorno di verno, quando canuto mi trarrò passo passo sul mio bastoncello a confortarmi ai raggi del sole sí caro a’ vecchi, salutando, mentre usciranno dalla chiesa, i curvi villani, giá miei compagni ne’ di che la gioventú rinvigoriva le nostre membra, e compiacendomi delle frutta, che, benché tarde, avranno prodotto gli alberi piantati dal padre mio. Conterò allora con fioca voce le nostre umili storie a’ miei e a’ tuoi nepotini o a quei di Teresa, che mi scherzeranno d’intorno. E quando l’ossa mie fredde dormiranno sotto quel boschetto, ormai ricco ed ombroso, forse nelle sere d’estate al patetico susurrar delle fronde si uniranno i sospiri degli antichi padri della villa, i quali, al suono della campana de’ morti1, pregheranno pace allo spirito dell’uomo dabbene e raccomanderanno la sua memoria ai lor figli. E, se talvolta lo stanco mietitore verrá a ristorarsi dall’arsura di giugno, esclamerá, guardando la mia fossa: — Egli, egli innalzò queste fresche ombre ospitali!

20 novembre.

Piú volte incominciai questa lettera, ma la faccenda andava assai per le lunghe; e la bella giornata, la promessa di trovarmi alla villa per tempo, e la solitudine... Ridi?... L’altr’ieri e ieri mi svegliava proponendomi di scriverti; ed eccomi invece, senz’accorgermi, fuori di casa.

  1. Chiamata da’ contadini la campana del De profundis, perché, mentre suona, sogliono recitare questo salmo per le anime de’ trapassati. L’editore. [F.]