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260 iv - seconda edizione delle


Ma chi mi biasima or di viltá, m’accuserebbe allor di delitto; e il saggio stesso compiangerebbe in me, anziché il consiglio del forte, il furore del forsennato. Che vuoi tu imprendere fra due potenti nazioni, che, nemiche giurate, feroci, eterne, si collegano soltanto per incepparci; e, dove la loro forza non vale, gli uni c’ingannano con l’entusiasmo di libertá, gli altri col fanatismo di religione; e noi tutti, guasti dall’antico servaggio e dalla nuova licenza, gemiamo vili schiavi, traditi, affamati e non concitati mai né dal tradimento né dalla fame? Ahi, se potessi, seppellireila mia casa, i miei piú cari e me stesso per non lasciar nulla nulla che potesse inorgoglire costoro della loro onnipotenza e della mia servitú! E’ vi furono de’ popoli, che, per non obbedire a’ romani, ladroni del mondo, diedero alle fiamme le loro case, le loro mogli, i loro figli e se medesimi, sotterrando tra le gloriose ruine e le ceneri della loro patria la lor sacra indipendenza.

primo novembre.

Io sto bene... bene, per ora, come un infermo che dorme e non sente i dolori. Io passo le intere giornate in casa del signor T***, che mi ama come figliuolo: mi lascio illudere, e la felicitá di quella buona famiglia mi sembra mia. Se nondimeno non vi fosse quello sposo! Perché davvero... io non odio persona del mondo, ma vi sono certi uomini ch’io ho bisogno di vedere soltanto da lontano. Suo suocero me n’andava tessendo ier sera un lungo elogio in forma di commendatizia: — Buono, esatto, paziente! — E niente altro? Possedesse queste doti con angelica perfezione, s’egli avrá il cuore sempre cosí morto e quella faccia magistrale, non animata mai né dal sorriso dell’allegria, né dal dolce raggio della pietá, sará per me un di que’ rosai senza fiori, che mi fanno temere le spine. Cos’è l’uomo, se tu lo lasci alla sola ragione fredda, calcolatrice? Scellerato, e scellerato bassamente. Del resto, Odoardo sa di musica; giuoca bene a scacchi; mangia, legge, dorme, passeggia, e tutto coll’oriuolo alla mano; e non parla con enfasi se non per magnificare sempre la sua ricca e scelta biblioteca. Ma quand’egli mi va ripetendo con quella sua