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246 iii - scritti vari dal 1799 al 1802


X

Ma a quali vani timori l’amor della patria mi tragge, se ora, mentre ch’io parlo, tu, o Grande, con la viva tua voce in faccia al cielo ed a tutti i viventi raffermi a’ nostri concittadini convocati in Lione la indipendenza della repubblica cisalpina? Anzi prima verace prova ne dai, preponendo al governo quei personaggi, i quali dalle necessitá dell’Italia e dalle proprie e dalle popolari disavventure hanno ormai conosciuto che deliberata fortezza d’animo, austera probitá e infaticabile braccio sole guide sono di chi la somma delle cose maneggia. E, quantunque alcuni tristi o imbecilli (dalla insolente fortuna lasciati impuniti e potenti, ed a’ quali io so che amare riescono le mie parole) con sembianza di virtú e di meriti antichi mal tuo grado le pubbliche dignitá invaderanno, parmi nondimeno che l’ingegno comporranno con le circostanze, suprema lor arte; e, dove modo non cangino, ben sovr’essi stará l’occhio e la mano di quegli ottimi cittadini, che per te liberi ed elettivi principi saran dello Stato. E liberi veracemente; perocché l’esperienza degli anni recenti ne ha dimostrato che colui, il quale è schiavo, se agli altri comanda, rade volte non è tiranno, e che mal si confanno i pensieri servili alla altezza di mente e al forte petto, necessari per quel mortale che agli altri tutti presiede. Felici di questo popolo i reggitori, perché senza le stragi cittadine ed il sangue, primi nutrimenti (purtroppo!) di tutte le repubbliche, possono scevri di delitti tentare la propria grandezza nella grandezza della loro patria! E felici assai piú, poiché, rimettendo tu in essi il potere ed i mezzi di prosperarla, continua lena ed incitamento avran dal tuo esempio, onde non giá con le adulazioni, ma con le alte opere loro tesseran le tue laudi!

E tue laudi non sono e la prosperitá, e l’abbondanza, e la pace, e i vigorosi costumi, e i paterni esempi, e l’amor figliale, e la riverenza alla vecchiaia, e la domestica caritá, e la santa amicizia, e la fede, e le virtú tutte, che fino ad oggi sdegnavano d’albergare ne’ petti nostri dal servaggio contaminati, e che ora