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vi - orazione a bonaparte 245


paese e con qualunque piú libera forma di governo, dove la nazionale indipendenza è in catene. Avrebbe maturata giammai Filippo macedone la totale servitú della Grecia ch’egli infaticabilmente macchinava, se i tebani noi creavano anfizione? Sedea con tal nome nell’assemblea generale de’ greci, dove, spiando tutte le faccende, e distogliendo i buoni provvedimenti, e tutti i consigli e gli animi preoccupando, come greco domò la greca libertá, la quale né con i tesori né con le falangi non avea potuto atterrire come nemico.

Odi frattanto che l’Italia e tutte le genti te chiamano altamente «padre de’ popoli», poiché non solo pacificasti l’Europa, ma, la repubblica nostra fondando, piú stabile hai fatta e piú illustre la pace. Non che l’Impero e la Inghilterra e quei ch’oltre Appennino tengon l’Italia e tutti i signori d’Europa non bramassero in proprio retaggio queste chiare contrade, di messi fecondissime e d’uomini; ma, perché il gius delle genti è fondato sul timore reciproco, niuno per sé potendo occuparle, né volendo che altri occupandole diventi piú forte, tutti quindi alla nostra indipendenza congiurano. Ed è tuo dono se la Francia, la Liguria, la Elvezia e la Olanda avranno in questo popolo sempre un naturale confederato, e se tutti i regni in noi vedono uno Stato, che quanto sará piú possente tanto piú potrá controbilanciare l’ambizione de’ loro nemici. E però, se la nostra libertá sará base di pace, qualunque diritto, e sia pur minimo e lontano (ove quello della riconoscenza ne traggi), manterrá il governo francese sopra di noi, oh di qual sangue i nepoti vedranno spumanti l’Adige e il Po, quando, dileguatosi con te il terror del tuo nome, risorgeranno le genti a contendersi i nostri campi e le nostre vesti, e l’esempio della Francia sará incitamento e pretesto di future orride guerre! Effetti dunque saranno di tante tue mirabili gesta le desolazioni, i cadaveri e le lagrime nostre? E la speranza della gloria italiana si risolverá nella certezza di nuovo ed irreparabile vituperio? Oh! quanta notte si spargerebbe su la tua fama, se un giorno il popolo cisalpino esclamasse: — Perché, invece di destarci ad una burrascosa e passeggiera libertá, non ci hai abbandonati nella antica nostra sonnolenta servitú? —