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234 iii - scritti vari dal 1799 al 1802


né rizzarsi né mutare aspetto, al venir de’ nemici, immoti sedeano ed intrepidi, appoggiati a’ bastoni e guardandosi vicendevolmente l’un l’altro. Da divino quasi stupore a tal vista percossi, i Galli per gran tempo né toccarli ardivano né approssimarsi, reputandoli piú che uomini. Quando poi uno di loro, fatto animo, accostatosi a Manio Papirio, placidamente gli toccò il mento, strisciandogli la mano giú per la barba, Papirio lo percosse col bastone e gli ruppe il capo; onde il barbaro, sguainata la spada, lo uccise; e quindi impetuosamente gli altri soldati consumarono la strage di que’ venerandi romani, che d’onorare sdegnavano il trionfo de’ conquistatori con impotenti insulti o con servili preghiere. Che se tanta fortezza non v’era dato, o principi cisalpini, di emulare, niuno vi contendea di tornare privati, alla Francia ed al mondo gridando: che, disperata essendo la patria, veruno italiano soffriva di amministrare la comune sciagura. E ben esempio ne porsero que’ due del Direttorio che generosamente impugnarono il trattato di alleanza, e que’ pochi legislatori fedeli al giuramento. Ma gli accusatori, i testimoni ed i giudici de’ vostri delitti sono le vostre tante improvvise, malnate ricchezze, onde, di poveri e abbietti, superbi oggi andate ed impuni. Sostenere la ingiustizia è da forte, dissimularla è da schiavo; ina ritorcerla a proprio vantaggio, dividendo, quasi opime spoglie, le vesti de’ propri concittadini, è da bassissimo scellerato.

Dirò io quanti e quali complici intorno a sí fatto governo sudassero? mostri fra il popolo e il trono, peste di tutti gli Stati; e di questo assai piú, dove molti e vari sono i tiranni, niuno l’assoluto signore. Gente di abbietta fortuna, di altere brame; codarda e invereconda; al comandare incapace; delle leggi impaziente; ne’ fastosi vizi del molle secolo corrotta e corrompitrice; mecandanti del proprio ingegno, delle mogli, delle sorelle e della fama, se fama avessero; di tutte fazioni, di niuna patria; barattieri; delatori; citaredi; usurai; delle patrizie angariate famiglie patrocinatori venali, e quindi turcimanni delle occulte avanie de’ regnanti; persecutori de’ buoni, ma né amici pure a’ malvagi, tutto con la cabala e con le servili colpe e con le speranze ingoiando; di matrone e di vergini incettatori, agevole scala alle regali amicizie;