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226 iii - scritti vari dal 1799 al 1802


si! a te invincibile capitano, a te legislatore filosofo, a te principe cittadino, tanto titolo al cospetto dell’Europa e delle universe genti future tornerá a sanguinosissima ingiuria, ove questa repubblica, quantunque figlia del tuo valore e del tuo senno, continui a rimanere ludibrio di ladri proconsoli, di petulanti cittadini e di pallidi magistrati. Non tanti forse sacrilegi tentarono, non tanto oro ed umano sangue i druidi di tutte le etá e di tutte le religioni empiamente beveano in nome del Dio ottimo massimo, padre e benefattore degli uomini, di quante scelleraggini compiacquero la sitibonda loro anima i tuoi ministri, i quali, profanando il tuo nome, te faceano con disperato gemito invocare dall’agricoltore fuggiasco dai suoi campi, dal denudato mercatante, da’ tribunali vilipesi o atterriti e dal padre che alimentava di lagrime i suoi figliuoli, i quali invano domandavan del pane.

Ma, perch’io vòto declamatore non sembri, procederò storicamente, mostrando corrotti sino ad oggi in questa repubblica i tre elementi di ogni politica societá: leggi, armi, costumi. Applaudiranno allo schietto mio dire tutti gli animosi veri italiani, applaudiranno con bellicoso clamore gli ardenti giovani cisalpini, e i sospiri delle madri e delle spose, e i voti di quei pochi ottimi magistrati, e gl’inni de’sacerdoti, e le speranze degl’infelici, e la santa giustizia e la virtú contaminate e vendute, e le dolorose ombre di coloro che dalle ribellioni, dalla disperazione e dalla fame furono al caro lume della vita rapiti. Ed applaudirá la tua grande anima, non solo perch’io t’addito quanto manca ad adempiere il tuo benefico e glorioso concetto, ma assai piú perché i secoli e i secoli potranno asserire: — Bonaparte fu principe quando fieri e nobili spiriti non temeano di dire la veritá a lui, che non temea di ascoltarla. —

IV

Quella è inutile e perniciosa costituzione, che fondata non sia su la natura, le arti, le forze e gli usi del popolo costituito, e che, sfrenando l’arbitrio dell’erario, della milizia e delle cariche alla potestá esecutiva, appena a’ legislatori concede