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lettere lxi-lxiii-lxiv 185


Il ritratto di Teresa, quando lo avrai posato per pochi istanti sopra i freddi miei labbri, resterá nelle tue mani. Tu avrai cura di presentarlo a Teresa: le dirai... Taci, per pietá! che quell’anima tutta sensibile avrá compreso anche troppo. Quando mirerá il sangue congelato, rappreso su quel profilo adorato...; quando... rimembrerá che questa mia bocca, allor cascante e corrosa, gl’impresse un giorno ardenti baci...; quando... Non posso piú: moriamo... E tu raccomandami a Dio.

A un’ora.

Batte un’ora: che suono lugubre! Coraggio, Iacopo, coraggio! Palpiti forse e tremi presso alla fine de’ guai? No: la morte non è dolorosa. Un solo colpo...; e tu piú non soffri..., non peni. Mai piú?... No: Dio é tutto misericordia e pietá. Sii forte; pianta, immergi, profonda il pugnale in questo seno..., dentro a questo core, che ancora sotto il ghiaccio della morte ama, arde, abbrucia... O tu, supremo Essere degli esseri, eterno mio Creatore, mio Dio, mi perdona, m’assisti..., mi accogli! Eccomi davanti al tuo tremendo tribunale; ma tu sei buono... tu... Mia cara Teresa, mia divina Teresa, io moro..., io giá vibro il colpo... Addio!...

In questo tempo inutilmente io stancava le sponde del letto per trovare riposo. L’immagine dell’amico non partiva dalla mia mente; mi divorava una certa inquietudine, un’ansietá di rivederlo; tanto fu straordinaria e forte l’impressione di quelli amplessi e di quell’addio. Imperversava il vento e la tempesta; ond’io m’alzai per osservare il maestoso ed orrido aspetto della natura sconvolta e chiudere alcune porte della casa, che il vento fieramente dibatteva. Per sorte m’avvicinai all’uscio di Iacopo, e queruli accenti, basse interrotte strida, forti movimenti e continui mi ferirono l’anima. Iddio al certo aveva diretti i miei passi! Tendo le orecchie ed ascolto; e nuovi gemiti uscivano ed alte strida. — Iacopo! che avete? — con alta voce gridai: ma Iacopo non mi rispose.

Tralucea dalle fessure dell’uscio il lume dell’accesa candela. Invano lo chiamai piú volte e battei fortemente alla porta. Alfine da un piccolo pertugio osservai che Iacopo si strascinava col ventre sulla terra. Tremante a tal vista, corsi a destar il domestico e le persone di quella casa. Ben presto si alzarono tutti: l’uscio