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lettera lvi 171


sumano tradimento!) stretto da barbari ceppi. E pure la compiange e l’ama...!

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Egli ti saluta: partendo ora, mi promette di raggiungermi forse nell’Emilia.

Perché non ti scrivo di Teresa? Perché palpito nel cominciare... perché...?...

LETTERA LVI

Dal monte Bertinoro, 18 giugno.

Indarno tento alcune volte di scriverti. Prendo la penna, comincio; poi, pentito, cancello, straccio e non trovo un’idea, una parola esprimente. M’arresto, torno a pensare, e, dopo mezz’ora, eccomi, non so come, col capo chino su lo scrittoio, colle mani incrocicchiate e gli occhi spalancati e fitti su la carta. E sempre all’orecchio mi rintrona un spaventevole e sordo romorio: — Non la vedrai piú! — Con un forte tremito mi riscuoto, giro i lumi incerti e paurosi, e mi par di vedere un’ombra lunga, nera e scapigliata lentamente rizzarsi dall’opposto muro, e con occhio truce, incavato, additarmi una tomba e sparire. Di quali orribili colori non si veste, o mio Lorenzo, una mortale passione! Seguo cogli occhi tremanti lo spettro... Insensato! Nulla piú scorgo; ma intanto la riscaldata fantasia s’agita, bolle, si affanna. Uomo debole! Perché te ne stai qui, timido, irresoluto come un fanciullo, che innoltri il malfermo piede nel buio della notte? Incomprensibile eternitá! non sei tu, no, tanto spaventosa ed orrenda! Ma chi senza di te potrebbe soffrir una esistenza cosí penosa, viver fra cotanti scellerati, spirar l’aure de’ vizi, trascinarsi dietro le miserie, le persecuzioni, gli affanni? Noi non viviamo giammai: sciaguratamente aspettando sempre una vita, la passiamo intanto fra le speranze e le disgrazie. — Domani — vo dicendo, — domani respirerò, sarò forse contento! — Sorge l’indomani, ed eccomi piú disperato ed infelice! ch! la sola morte è la fine de’ mali, è un dolce asilo, è un tranquillo sonno! Affrettiamoci di partire da un carcere sí tetro e fatale... — T’arresta! — mi grida dal fondo dell’anima un rimorso — t’arresta! trema al terribile tuo risvegliarsi!... — Ma qual atroce delitto è questo mai di prevenire d’alcuni giorni il gran momento che l’Essere degli esseri prepara a