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92 orlandino


28
Ma duo de’ soi scudieri crudelmente
giá son in mille pezzi andati a terra;
lo terzo si ritira virilmente
appresso il suo patrone, il qual non erra
ovver spartir la testa in fin al dente
o fin al petto, e tanti giá n’atterra,
ch’un monte n’ha d’intorno in sangue merso,
chi tronco de la testa e chi a traverso.
29
Re Carlo, di gridar giá fatto roco
bandendo e minacciando or questo or quello,
adirasi talmente, che di foco
parea nel volto aver un Mongibello:
onde ricorse del bastone al gioco,
rompendo qua e lá piú d’un cervello;
ma nulla o poco fa la sua presenza,
ove non è rispetto e men clemenza.
30
D’ogni altro piú Macario di Susanna
ferir le schiene di Milon s’affretta,
il qual, secondo il merto, lo condanna
e fa del suo mentir aspra vendetta;
perché la lingua e i denti ne la canna
gli caccia d’una punta benedetta,
onde ’l meschin ne cade, ed una palma
di lingua sbocca fora e ’nsieme l’alma.
31
Poscia ferir Bernardo non s’arresta
fendendolo dal capo fin al petto,
e vibra una stoccata cosí presta,
ch’a Dudo passa il ventre e ad Ugoletto;
a un altro fa due parti de la testa,
a un altro un braccio, a un altro taglia netto
dal busto il capo, e molti a la cintura
trunca, se pasta fusse l’armatura.