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capitolo quarto 67


8
Fra questo tanto cento paggi belli,
de’ quali è capo il provvido Ruggiero,
ornati di costumi pronti e snelli,
scorren di qua di lá col piè liggero,
portando banche, scanne, urne e vaselli,
razi, tappeti, e ciò che fa mistero:
taccio l'argens e d’oro la credenza,
e ciò ch’ogni alto roy non può star senza.
9
Berta che ’l grande onor e pompa vide
fatta per Carlo al suo diletto amante,
piena d’amar dolcezza, e piange e ride,
or lieta or triste, or molle or d’adamante;
ragion piú nulla può, ché Amor s’asside
vittorioso in lei, saldo e costante;
però delibra, vuole e ferma il chiodo
parlare con Milon ad ogni modo.
10
De tutti gli animali non è ’l piú
impaziente d’una amante donna,
che ogni rispetto lascia e manda giú
di Lete al fiume, ove drento l’assonna.
Poscia ’l desio le sale tanto in su,
ch’in capo non si vede aver la gonna;
e tanto il folle suo pensier la punge,
ch’al fin si trova da se stessa lunge.
11
Chiama Frosina e tosto le comanda
ch’a sé faccia venir il bel Ruggiero:
Frosina l’ubbedisce e d’ogni banda
cerca e ricerca il nobile scudiero;
ma nulla fa, ché ’l siniscalco il manda
co’ li altri paggi (e ognun ha ’l suo doppiero)
di ciambra in ciambra, e dan l’acque a le mani
a re, duchi, marchesi e castellani.