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330 | caos del triperuno |
E la Galanta mia fu in preda d’altri
S uso al bel mondo, in grembo altrui, rimasa:
S uso al bel mondo, ed io nel piú profondo
E ra del Caos, centro e laberinto!
C olui che l’ebbe in mano fu l’egregio,
E gregio mio Grifalco, il qual non ebbe,
N on ha, non avrá mai di sé piú fido.
S trinse Galanta mia fra l’uscio e muro.
E Ila morí chiamando: — Triperuno! —
M a ’l giovene magnanimo e cortese
V olse che d’alabastro un fino vaso
S epolcro fusse a la gentil mustella.