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capitolo ottavo 147


24
— Trativi avanti — disse a lui Rainero, —
uomo di Dio, santissimo profeta:
del spirito divino ogni mistero
so che intendeti e di ciascun pianeta,
la libertade ancor, ch’ebbe san Piero,
libertá grande, ma poca moneta;
trativi, dico, innanzi, padre santo,
ché d’un mio caso ho da parlarvi alquanto.
25
So che sapete ancora quanta tripa
richiede il vostro armario di brotaglie,
ove piú carne e pesce si discipa
che non han frondi tutte le boscaglie;
né tanta rena in lido al mar si stipa,
quanto voi consumate tordi e quaglie:
però vi onoro qui né piú né meno
d’un animal d’urina e fezza pieno.
26
Non hai tu, tripponazzo, alcun rubore
scoprirti a gli occhi mai d’uomo vivente?
parti ch’eletto sei d’esser pastore
de la greggia di Cristo per niente?
Peggio di te mai Giuda il traditore
non fe’ vendendo il Mastro suo clemente;
né Caifa né Anna né Pilato, Erode;
ché per te Pluto di tant’alme gode.
27
Parti che i Benedetti, Antoni e Pavoli
dieder cotal’avvisi ai soi soggetti?
Mangiavan cardi, fabe, lenti e cavoli
per darli assai piú esempi che precetti,
acciò schivar sapessero de’ diavoli
le frode tante e riti maladetti:
dormivan su l’arena e freddi marmi,
cantando giorno e notte i santi carmi.