Pagina:Folengo - Opere italiane, vol. 1, 1911 - BEIC 1820955.djvu/107


capitolo quinto 101


64
Tutto quel giorno e la notte seguente
non mai di camminar elli cessaro.
Berta sempre a le spalle Carlo sente
né crede di scansarlo aver riparo;
però vanno di trotto con la mente
chimerizzando, in fin ch’elli arrivaro
d’una grossa fiumara in capo, dove
scopreno l’alto mar ch’ivi si move.
65
Lungo a la spiaggia volgon il sentiero,
lasciando in sabbia lor vestigi sculti:
né molto vanno ch’un simile a Piero,
vecchietto pescator a li ami occulti
vedono trar nel legno suo leggiero
appesi con inganno i pesci stulti.
— Se in te — gridò Milon — avrai bontade,
tu ci darai mangiar per caritade;
66
e Cristo poi ti renda guiderdone,
dandoti quella destra del navigio,
che diede Gianni, Giacomo e Simone,
quando alleluia trasser di litigio. —
Risponde il vecchio: — Quest’è ben ragione! —
e ratto a terra volge lo remigio,
ove arrivato, for di barca scese,
portando il pesce quanto mai ne prese;
67
poi scote accortamente d’un azzaio
e d’una selce il foco su le fronde.
Milon che vede ciò, porta un legnaio
de pruni e de vergulti còlti a l'onde;
acceso il foco, Berta a piú d’un paio
di pesci cava l’intestine immonde;
Milon a la cavalla trae la sella,
sedevi suso e tiene la patella.