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Non die per sé quell’ infernal tiranno
fosse a bastanza moverti dal dritto;
ma del peccato tuo le forze t’ hanno
levate l’arme e preso nel conflitto.
Di che, per ristorarti d’un tal danno
e sciòrre i lacci e la prigion d’ Egitto,
fu si che ’l Re del ciel discese in terra
per dare a te la pace, a sé la guerra.
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Eccolo, armato d’umiltá profonda,
comincia ad armeggiar nel campo umano;
largo tesoro di sue grazie abonda;
ei spargerallo a chi gli è parteggiano;
vuol che cotesta croce corrisponda
a l’arbor primo cui l’incauta mano
porgesti, tuo mal grado, per cavarne
frutto di mortai peste a chi è di carne.
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Quindi sconfitta fu la tua guerrera
fida ragion, però che i tuoi scelesti
pensier chináro a la contraria schiera
lasciando in preda lei come volesti :
e se il disio ti tolse la bandiera,
fu ben ragion che la ragion perdesti
e i traditori sensi t’ebber dato
di tua viltá vii servo e del peccato.
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Per vincer dunque in prima il tuo nemico
e poi supporre a te le voglie tue,
che cosi nudo ti lasciár, che ’l fico
ti si fe’ velo de le frondi sue,
portate ho l’arme al tuo fedel amico
ch’or vedi qui fra l’asinelio e bue.
Fia questa croce il gran suo confalone,
ch’entri l’inferno e a forza ti sprigione!