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A piè di Grotta in quel vago giardino
dove ’l mio busto un picciol marmo cuopre,
come tra vaghi aranci l’alto pino
verdeggiar vidi a quegli tutto sopre,
cosi quel chiaro e nobile norsino,
verde, fiorito e adorno di buon’opre,
spargerá d’esse grato e degno odore
che ’l tolga in ciel sopr’ogni confessore.
101
Parmi vederlo tra’ piú lieti e gai
seder con Augustin nel piú alto cielo
e ’n quella eterna pace unir lor rai
colmi d’egual dolcezza, amor e zelo.
Cosi lor figli s’ameran; ma guai
a chi parteggerá contra il Vangelo,
come se Benedetto ed Augustino
l’un fosse il ghelfo e l’altro il gibilino!
102
L’apportator di lor salute insegna
dovere il suo seguace ne’ conviti
porsi l’ultimo a tutti, acciò che tegna
il primo scanno poi fra’ piú graditi.
Essi con mente altiera e d’odio pregna
e da non so qual lor pietá scherniti
vorran preporsi l’una a l’altra setta.
Ma fugge, aimè, da noi la squadra eletta! —
103
Cosi favoleggiava il gran poeta,
e l’alma ch’attendea dal sasso il fine
di quel trionfo, non piú lorda e vieta
di ladronezzi, crudeltá, rapine,
scende con l’ altre in schiera e canta lieta:
— Lode a la croce, a sferze, a chiodi, a spine,
per cui Legge va serva e Fé signora,
morta la Morte, e noi de’ lacci fuora! —