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O legge, o santi altari, o divin tempio,
o mitre, o capi rasi, o barbe, o chiavi,
quant’alme il centro assorbe per l’esempio
de gli atti vostri portentosi e pravi !
qual buon altrui costume, che ’l vostr’empio
non malo il faccia e tutto lo depravi?
Ma peggio avvien, che l’abito non sente
piú sferza in voi né stimulo né dente.
69
Oimè che ’l manto ner del mio pastore,
la tunica, il cappel mutati s’hanno
in sarge bianche, ma i pensier del core
vasi d’inchiostro e carbon spenti vanno;
e quanto meglio sotto a brun colore
tanti bei spirti e candidi si stanno !
Ahi scorno d’ Israel, ché i vermi grassi
nuotan nel puzzo dentro a bianchi sassi!
70
Dimmi tu dunque, o rancio ed invecchiato
nei giorni rei, che nel costei bel volto
troppo lassivamente t’hai specchiato,
di qual arbor sott’ombra avete accolto
la donna con l’amante in quel peccato,
ch’ora ne’ sassi vuoi che stia sepolto? —
Cosi parlò il profeta al primo d’essi,
che ’n fronte i segni avea di colpa impressi.
71
Si vede il miser dal compagno smosso
con cui s’accordi a subita risposta:
vena non ha da capo a piè, non osso
senza tremor, ché morte gli si accosta.
Quella trist’alma è giunta in ripa al fosso,
anzi par tra ’l martello e incude posta;
ma, perché ’l vulgo dubbia ornai e stride,
disse che sotto un schin parlar ’i vide.