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O farisei malvagi, o sacerdoti
piú che mai pravi, altieri e ’nvidiosi,
colmi di falsitá, di fede vóti,
al cielo, al mare, al centro ingiuriosi !
O fiamme, o toni, o venti, o terremoti,
cosi staran gli effetti vostri ascosi?
Ecco, per odio amor, per mal bontate,
per sola invidia l’innocenzia paté! —
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Voltossi allora il piú che mai dolente
de le miserie nostre, affanni e risse,
e con parole stanche, afflitte e spente
del suo vigor : — Deh ! non piangete — disse —
sopra di me, figliole, ch’altamente
queste a me care doglie Dio prefisse,
che danno a me di tolerar virtute,
terrore a li demòni, a voi salute.
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Ma piagner sol di voi medesme e d’essi
vostri figliuo’ dovete per gl’instanti
lugubri tempi, e di que’ giorni oppressi
da guerra, peste, fame, orrori e pianti,
quando direte: — O ventri non sommessi
a l’infelice parto e affanni tanti;
0 mamme senza latte, voi beate,
voi sol contente in si maligna etate ! —
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Verranno, dico, a voi quei duri tempi,
ch’ai monti si dirá: — Cadete, o ripe,
in noi, per non veder satolli gli empi
lupi di nostra carne, e chi dissipe
1 nostri beni e faccia crudi scempi,
e stracci d’alme, e nel dolor le stipe;
ché se tant’onte in legno verde fanno,
or in un secco ed arso che faranno? —