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Cosi non senza gran mistier purgossi
a sé le mani, a noi gentili l’alme,
che per fallar, non per invidia mossi,
peccando in Dio, bastò lavar le palme.
Ma quei non ignoranti ebrei, ch’ai dossi
s’imposer questa fra miU’altre salme,
si ciberan non piú di manna e starne,
ma, per gran fame, di lor propria carne.
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Né senza l’imprudente lor consenso
fóron sospinti a cosi orribil fame,
ché ’1 volgo in su la piazza unito e denso
per solo empier d’Agnel l’ ingorde brame,
temendo non campasse, ad uno immenso
rumor di voci, ad un tumulto infame,
tutti chiamò: — Sia ’l sangue di costui
sopra nostri figliuoli e sopra nui! —
3 °
Con sdegno allora il misero Pilato
(miser, ché ’l giusto per timor condanna)
tra’ di catene il via piú scelerato
ladro che mai portasse laccio a canna,
il qual, dimesso, al popol vien donato;
ch’agnello in prima di bontá s’appanna,
qual lupo poi, cangiando pii, non vezzo,
a l’uso ed arte sua tornò da sezzo.
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Scioglie Pilato un omicida ed uno
ch’una non pur, ma mille morti merta,
e, per non far che Cesar in veruno
patto s’adiri, sanguinosa offerta
fa contra ’l dritto al popol importuno
de l’unica Bontá, ch’oggi, coperta
sotto si puro, bianco e schietto velo,
sen muore in terra e sempre vive in cielo.