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Alza l’arguta voce, onde le genti
accorrer fa, gridando: — E tu di quelli
sei pur, mal uomo ! — E Pietro fra li denti
risponde a lei: — Non so quel che favelli! —
Al qual contrasto un de’ piú vii sergenti
guatollo e disse: — Inver di quei rubelli
tu se’ di Galilea, ch’io t’ho qui scorto,
e vidi te con quell’ Iesu ne l’orto. —
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Anzi — soggiunse un altro — è proprio desso,
ch’ai mio parente giá spiccò l’orecchia. —
Trasse allor téma Pietro di se stesso,
e gli fe’ un viso qual di volpe vecchia,
ch’alfin, caduta in laccio, tutta in esso,
che tese a lei, con umiltá si specchia:
— Non, v’ingannate! — disse — ch’io quest’uomo,
per Dio! né so chi sia né come il nomo. —

Allora, in questa fin di tre menzogne,
lesti, che vi ha le orecchie via piú pronte
che le risposte a l’ improbe rampogne
di quel prelato e de’ suoi mimi a Ponte,
acciò che ’l car discepol si vergogne
d’un error tanto, a lui piegò la fronte;
donde una fiamma lampeggiò si forte,
che spinse Pietro al rischio de la morte.
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E tutto a un tempo, quattro e cinque volte
scosse l’augel crestato l’ale a’ fianchi;
poscia, curvando il collo, a canne sciolte
garrí dicendo: — Pietro, di fé manchi! —
Subito amare lagrime giú vòlte
dagli occhi, e misti a lor sospiri stanchi,
rupper a un tratto, come al Pado Tonde,
rompon soperchie a le mal ferme sponde.