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Né pur drizzossi, ma con vivi detti
usò ringraziar chi a vita il rese,
e che tal cosa grandi e pargoletti
correan mirar, posposte loro imprese,
ed in Betania piú di mille petti,
che l’abbracciáro, nuovo amor incese,
si che a parecchi segni manifesto
fu ch’era inver dal mortai sonno desto.
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Cosi la Messaggera sona e porta
l’accesa fiamma di tant’opre buone.
Salta ciascun eletto e si conforta
venire ornai chi ’l popol suo sprigione,
chi, la giá cotant’anni chiusa porta
schiudendo, tolga il regno al fier Plutone.
Sol sta de’ farisei l’odio, l’intento,
qual sasso a l’onda, qual vecchi’ olmo al vento.
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Dura sentenzia per lor sozza vita
gli avea da la ragion si allontanati,
ch’a’ lumi vista, ch’a l’orecchie udita,
ch’ai core han morti i sensi ed indurati;
né Tesifòn, con le sorelle uscita
del doloroso abisso de’ dannati,
cessa lanciar tant’aspidi e ceraste,
c’han giá lor trecce lacerate e guaste.
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Fanno conciglio nel gran tempio; e dove
dir lode a Dio conviensi ed adorarlo,
anciderlo si trama: tanto ’i move
d’invidia il sempre lor mordente tarlo!
E ’n ricompenso di si degne prove,
d’opre si nuove, cercan lapidarlo;
e ben sapranlo far, ché le pareti
son tinte ancor del sangue de’ profeti.