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Corre al signor del campo e gli domanda
se bello era quel seme o brutto e misto;
e quel rispose: — A che cotal domanda
mi fai, se tu sincero l’hai provisto? —
Ahi, di zizania — disse — in ogni banda
s’imbosca il tuo poder; donde m’attristo
di tanta novitá, eh ’ove ponesti
buon grano, or di zizania i fior son désti. —
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Esso si turba al portentoso mostro,
non ch’a pensar l’autor di ciò s’inganne.
— Or — disse — io so che l’aversario nostro
di notte ha sopra sparse le zizanne;
ma seguirete voi l’ufficcio vostro,
bianche che fian le spiche in su le canne;
ché, s’or voleste in erba ripurgarle,
potreste col mal frutto eradicarle.
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Venuta la stagion conveniente
che l’util con l’inutil s’ammaturi,
io voglio che ’l mal seme leggermente
svelto dal buono in fiamme si comburi;
poi raccorrete l’altro agiatamente,
come da le mal erbe ornai sicuri,
ed il granaro mio si rempierete,
ch’ai molto carco scoppi ogni parete. —
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Cosi la mala sudditiccia pianta
dicono partorir la Veritade.
Non è cosi, non è che Cristo pianta
in core uman sol frutto di bontade;
ma vien Satán di notte e sovrapianta
le rissose zizanie d’impietade:
e quest’ è l’odio il qual per lo verace
Verbo celeste ingombra chi mal face.