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Fra molte accolte vidue fuvi quella,
di cui stillava il vivo sangue a tale
che, per guarirne, la piú buona e bella
sua facultá, gli armenti, il ben dotale,
ogni poder, l’argento, l’ór, ranella
gittato avea, fin che il protervo male,
poi che del sangue l’ossa ebbe discusse,
a somma povertá la ricondusse.
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Or si conforti dunque, or stia gioconda,
ch’un sol rimedio al suo penar si trova!
Abbia pur fede che si ratto monda
sará! Chi a chieder sanitá si mova
non ha per che dubbiando si confonda,
sendo in palese giá piú d’una prova.
Beata lei, beato sangue, poscia
che trarla vien tal medico d’angoscia!
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Passava Cristo appena, tanto è folta
la plebe che ’l circonda, e piú e piú cresce:
costei si caccia dentro, e per la molta
voglia ch’ha di salvarsi non le ’ncresce
d’esser rispinta ed appellata stolta,
infin che ’l suo dissegno le riesce.
Giunse a Iesú di retro, e come volle
col dito lo toccò, poi via si tolle.
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Tolsesi via poi ch’ebbel tócco, e seco
sen porta sanitá furtivamente;
ma Quel, ch’agli atti nostri non è cieco,
vólto domanda in quella spessa gente:
— Chi m’ha toccato? la virtú, che meco
dimora in terra e ’n cielo eternamente,
sentii ch’uscita va: chi la furommi?
Altri che Fede lei rubar non ponimi! —