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Misericordia corse lá, ch’avegna
losser in rotti arnesi non le sprezza.
— Chi siete? — addomandolle. — Chi vi degna
puoter di terra uscire a tanta altezza? —
Risponde quella c’ha la guancia pregna
di lagrimose stille: — La bruttezza
di noi, madonna, poco ardir ci dona
venir dove fra voi si questiona.
25
Costei si è l’Umiltade, mia sirocchia,
ed io la peccatrice Orazione:
lasciato abbiamo a l’ago, a la conocchia,
l’odiata Povertá da le persone. —
Cosi parlando acchina le ginocchia,
e brievemente il lor venir le spone
aver sol cagionato donna Spene,
patrona lor, che ’n piede le sostiene.
26
L’intenerita dea, che molto affetto
tiene a Speranza, lor signora, vede
starsi compunzion nel costei petto,
le die’ la mano e sollevolla in piede,
dicendo: — L’umil pianto, al padre accetto,
ottien ciò ch’un contrito cor gli chiede.
Non fuor di quelle porte dunque andrete,
ché vosco a salvar l’uom noi tutte avrete. —
27
Cosi ragiona e torna donde mai
non parte e, benché sappia, saper cerca
per quai ragion dia la sentenzia ornai
che data è sempre ov’Unitade alterca:
senza contesa avean conteso assai,
ch’ivi ’l suffragio al ben comun si merca,
e di rissosa pace un stabil moto
de l’ inspartite parti adempie il voto.