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Io ch’un cor dritto, ben fondato e schietto
via piú che segni apprezzo e ’n quel mi godo,
ad essi m’ergerò con duro aspetto
dal trono mio, chiamando in cotal modo:
— Costá ti leva, o popol maladetto!
non mi pregar piú, no, che piú non t’odo,
piú non ti tengo in cor, non mel ricordo,
a l’opre tue son cieco, a’ prieghi sordo! —
117
Chi dunque in sé gli miei ragionamenti
non coglie pur, ma vi s’adopra bene,
costui del proprio albergo i fondamenti
commette a salda pietra, ove sostiene
ogn’émpito di fiumi, piogge e venti;
ma, per contrario, fonda in su l’arene
per esser smosso ad ogni fiato leve
chi male oprando il verbo mio riceve. —
nS
Di tal sermone il fren de le superbe
giudaiche teste armò quei tener seni.
Oh dunque aventurati fiori ed erbe,
o vaghe piante ed arboscelli ameni,
cosi d’ogni stagion sia chi vi serbe
da toni, venti, folgor e baleni,
da poi che sua bontá senza pareggio,
parlando a lor, di voi si fece seggio !