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4
Però, dal mio signor se detto siami:
— Spirto di poca fé, tu ancora dubiti? —
scusarmi non saprò quando che fíámi
concesso por le dita insino a’ cubiti
nel suo costato e trarne un zel che diami
svegghiati sensi ed al ben creder subiti.
Non si dé’ star d’Egitto piú nel greniio,
ma gir col nostro Mòse al certo premio.
5
Assai d’oro forniti e perle carichi
debbiam di Faraon scampar la furia,
né si leggeri paiano i rammarichi
che s’ebber ne la sua dannosa curia,
che nel deserto alcuno in Dio prevarichi,
rimbrottando Moisé con questa ingiuria:
— Mancaron dentro Egitto forse i tumuli,
ch’a morir noi per questi sassi accumuli? —
6
Ma non cosi l’Alma gentile improvere
a chi ’l mar sciuga e vi traporta il popolo;
ch’avegna sian le prime arene povere
ove l’antiche giande solo accopolo,
seguitiam pur, ch’alfín vedrassi piovere
manna dal cielo ed acqua fuor d’un scopolo,
che, cominciando a berne li cristigeni,
sapran se nocque usar con gli alienigeni.
7
Deh, non ci chiuda il passo a’ rivi ch’ondano
di latte e mèle nostra ingratitudine !
rivi, che noi di lebra e scabia mondano
contratta dianzi ne la solitudine.
Oh di qual mèle i petti nostri abondano
ch’assaggian pria di fel l’amaritudine!
Venite dunque, o voi ch’avete livido
di sete il viso, a ber del fonte vivido !