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Ma d’Aristotil s’alza un campione
e vienimi armato contra d’un problema,
interrogando: qual sia la cagione
eh’ Europa, sola ornai, di popol scema
stia del Vangelo sotto al confalone,
né manca chi lei sempre affanni e prema?
e se potenzia prima in Cristo fue,
perché non ha de le tre parti due?
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Io, perché a porci non vorrei le gemme
né ’l pane de’ figliuo’ proporre a cani,
acciò la semplicetta Bettelemme
preda non vada de l’ungiute mani
a quei c’ han soli in man Gerusalemme
(o s’avisan d’aver) dottor soprani,
dimetto l’arguir, s’han pur scienzia
di diffinir materia, forma, essenzia.
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Pur, come villanel ch’alcune spiche
vommi cogliendo de’ messori a tergo,
e che sotto le mense altrui di miche
sol mi nudrisco in questo e in quello albergo,
e che, per non caparmi ne le triche
di Scoto, sol di Paolo il fascio vergo,
quello risponderò mi detta Euterpe
con stil però ch’umilemente serpe.
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Se l’uom, eh’ è picciol mondo, in sé disciolto
e liber’ ha l’arbitrio ne l’oprare,
perché r m crederò che ’l maggior molto
piú Tabi a di sue brame puoter fare?
Qual intelletto si deliro e stolto
non conosce eh’ Europa singolare
madonna sia del mondo, a cui le stelle
dat’ hanno l’altre due per vili ancelle?