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fingal 89

Dalla sala paterna, udì giulivo
Il suo nemico, ed impugnò la spada
De' padri suoi: mentr'ei la cinge al fianco
Illuminò quel tenebroso aspetto
290Un sorriso di gioja: il pugnal brilla
Nella sua destra; ei s'avanzò fischiando.
     Vide Gelcossa il sir torbido e muto,
Che qual lista di nebbia iva poggiando
Ferocemente: si percote il seno
295Candido palpitante, e lagrimosa
Trema per l'amor suo. Cairba antico,
Disse la bella, a piegar l'arco io volo,
Veggo i cervetti. Frettolosa il colle
Salì, ma indarno; gl'infiammati duci
300Già tra lor combatteano. Al re di Morven
Io narrerò come pugnar sien usi
Crucciati eroi? cadde il feroce Ullino.
Venne Landergo pallido anelante
Alla donzella della liscia chioma,
305Alla figlia di Tutla: oimè che sangue,
Che sangue è quello, ella gridò, che scorre
Sul fianco all'amor mio? Sangue d'Ullino,
Disse Landergo, o più candida e fresca
Della neve di Cromla: o mia Gelcossa,
310Lascia ch'io mi riposi: ei siede, e spira n 1.
     Così cadi, o mio ben n 2? stette tre giorni
Lagrimandogli appresso: i cacciatori
La trovàr morta n 3, e su i tre corpi estinti
Ersero questa tomba. O re, tuo figlio
315Può qui posar, che con eroi riposa.
     — E qui riposerà: gli orecchi miei
Spesso ferì della lor fama il suono,
Disse l'alto Fingàl: Fillon, Fergusto,
Orla qua mi s'arrechi, il valoroso
320Garzon del Loda; ei giacerà con Rino,
Coppia ben degna: sopra entrambi il pianto
Voi donzelle di Selma, e voi di Lona
Sciogliete, o figlie: ambi cresceano a prova
Come vivaci rigogliose piante;
325E come piante or lì giaccion prostesi,
Che sul ruscel riverse, al sole, al vento,
Tutto il vitale umor lasciano in preda.

  1. Ciò viene a dire che Landrego era stato anch'egli ferito mortalmente da Ullino. Il poeta l'aveva dissimulato per soprendere e colpir con più forza, com'è solito costume di Ossian.
  2. Parole di Gelcossa.
  3. Le storie di Ossian sono quasi tutte tragiche. Si scorge sin di allora il genio britannico per gli spettacoli tetri.