Pagina:Fingal poema epico di Ossian.pdf/89

88 fingal

245L'orecchio mio; taccion del Lena i boschi,
Non è cervo che fugga; ah ch'io non veggo
La mia Gelcossa! ella sparì. Gelcossa
Bella qual luna che pian pian s'asconde
Dietro i gioghi di Cromla. O Ferchio, vanne
250A quel canuto figlio della rupe,
Al venerabil Allado: ei soggiorna
Nel cerchio delle pietre, ei di Gelcossa
Avrà novelle. Andò d'Adone il figlio n 1,
Ed all'orecchio dell'età n 2 si fece:
     255Allado, abitator della spelonca,
Tu che tremi così, di' che vedesti
Cogli antichi occhi tuoi? Vidi, rispose,
Ullino, il figlio di Cairba; ei venne
Come nube dal Cromla, alto intonando
260Disdegnosa canzon, siccome il vento
Entro un bosco sfrondato. Ei nella sala
Entrò di Selma: esci, gridò, Landergo,
Terribile guerriero, escine; o cedi
A me Gelcossa, o con Ullin combatti.
265Landergo non è qui, rispose allora
Gelcossa; ei pugna contro Ulfadda: o duce,
Ei non è qui: ma che perciò? Landergo
Non fia che ceda, egli non cesse ancora.
Combatterà. Se' pur vezzosa e bella,
270Disse l'atroce Ullin: figlia di Tutla
Io ti guido a Cairba, e del più forte
Sarà Gelcossa; io resterò sul Cromla
Tre dì la pugna ad aspettar; se fugge
Landergo, il quarto dì Gelcossa è mia.
     275Allado, or basta, ripigliò Landergo,
Sia pace a' sonni tuoi. Suona il mio corno,
Ferchio, sì ch'oda Ullino: e sì dicendo,
Salì sul colle in torbido sembiante
Dalla parte di Selma: a cantar prese
280Bellicosa canzona, in tuon d'un rivo
D'alto cadente: alfin del monte in cima
Egli si stette; volse intorno il guardo,
Qual nube suol, che al varïar del vento
Varia d'aspetto: rotolò una pietra,
285Segno di guerra. Il fero Ullin l'udìo

  1. Allado è certamente un druido. Vien chiamato figlio della rupe perché abitava in una grotta; e il cerchio delle pietre è la circonferenza del tempio de' Druidi. Vien egli qui consultato com'uno che si credeva che avesse una cognizione soprannaturale delle cose. Non v'ha dubbio che non sia venuta dai Druidi la ridicola opinione della seconda vista, che prevale nella Scozia e nell'isole. Trad. ingl.
  2. Ferchio, figlio di Aidon.