La novella battaglia? A che tel chiedo?
Non odo io già la voce lor che suona
Sul vento del mattin? Vattene, Oscarre,
Desta gli amici. Il re s'alzò; piantossi 150Presso il sasso di Luba, e in tuon tremendo
Ben tre volte rugghiò: balzaro i cervi
Dalle fonti di Cromla, e tremàr tutte
Le rupi e i monti. Come cento alpestri
Rivi 4 sboccando con mugghianti spume 155Si confondon tra lor; come più nubi
S'ammassano in tempesta, e alla serena
Faccia del ciel fan velo; in cotal guisa
Si ragunaro del deserto i figli
Del lor signore alla terribil voce: 160Terribile ai nemici, a' suoi guerrieri
Grata e gioconda; perchè spesso ei seco
Li condusse alla pugna, e dalla pugna
Carchi tornàr di glorïose spoglie.
— Su su, diss'egli, alla zuffa, alla morte, 165Figli della tempesta n 1: a risguardarvi
Starassi il vostro re. Sopra quel colle
Balenerà il mio brando, e sarà scudo
Del popol mio: ma non avvenga, amici,
Che n'abbiate mai d'uopo, or che di Morni 170Per me combatte il valoroso figlio 5.
Egli fia vostro duce, onde il suo nome
Sorger possa nel canto. O voi scendete
Ombre de' morti duci, ombre dei nembi
Correggitrici, i miei guerrier cadenti 175Accogliete cortesi, e i vostri colli
Sien lor d'albergo: oh possan quei su l'ale
Del nembo rapidissimo del Lena
Per l'aereo sentier varcar sublimi
I flutti de' miei mari, e al mio riposo 180Cheti venirne, ed allegrar sovente
Con la piacevol vista i sogni miei!
Fillano, Oscarre dalla bruna chioma,
E tu, Rino gentil; fate, o miei figli,
D'esser forti in battaglia: i vostri sguardi 185Stien fisi in Gaulo, ond'emularne i fatti 6.
Brando a brando non ceda, o braccio a braccio;
Si gareggi in valor: del padre vostro
Proteggete gli amici, e sienvi in mente
Gli antichi duci. Se cader sul Lena 190Doveste ancor, non paventate, o figli,
Vi rivederò: di cava nube in seno