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canto quarto. 69

     D'Ossian pur otto erano i duci; Ullino
Figlio di guerra tempestoso, e Mullo
55Dai generosi fatti, ed il leggiadro
Sèlaca, e Oglano, e l'iracondo Cerda,
E di Dumaricàn l'irto-vellute
Ciglia di morte. Ove te lascio, Ogarre,
Sì rinomato sugli arvenii colli?
60Ogar si riscontrò testa con testa
Col forte Dala: era il conflitto un turbo
Sollevator della marina spuma.
Ben del pugnale rammentossi Ogarre,
Arme ad esso gradita; egli di Dala
65Nove fïate lo piantò nel fianco.
Cangiò faccia la pugna: io sullo scudo
Del possente Corman ruppi tre volte
La mia lancia, ei la sua. Lasso, infelice
Garzon d'amore! io gli recisi il capo,
70E per lo ciuffo il sanguinoso teschio
Crollai ben cinque volte: i suoi fuggiro.
Oh chi m'avesse allor detto, chi detto
M'avesse allor, vaga donzella, ch'io
Egro, spossato, abbandonato, e cieco
75Trarrei la vita; avrìa costui dovuto
Usbergo aver ben d'infrangibil tempra,
Petto di scoglio e impareggiabil braccio.
     Ma già del Lena su la piaggia oscura
A poco a poco s'acchetò la voce
80Dell'arpe e dei cantor. Buffava il vento
Vario-stridente, e m'ondeggiava intorno
L'antica quercia con tremanti foglie.
Erano i miei pensier d'Evirallina,
D'Evirallina mia, quand'ella in tutta
85La luce di beltade, e cogli azzurri
Occhi pregni di lagrime, m'apparve
Sopra il suo nembo; e in fioca voce: Ah sorgi,
— Ossian, mi disse; il figlio mio difendi,
Salvami Oscàr: presso la rossa quercia
90Del ruscello di Luba egli combatte
Coi figli di Loclin. Disse; e s'ascose
Nella sua nube. Io mi vestii l'usbergo,
M'appoggiai sulla lancia; uscii sonante
D'arme il petto e le terga: a cantar presi,
95Qual solea ne' perigli, i canti antichi
Da' valorosi eroi. Loclin m'intese n 1

  1. Oscar non era alle mani che con una piccola banda di nemici, che andava errando senz'ordine. Questa dovette credere che il canto di Ossian fosse il segnale della battaglia, e che Fingal lo seguitasse. Un simile inganno trovasi nel poema intitolato Latmo.