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raccogliervi altri canti gaelici. Macpherson portò a Londra i prodotti veri o fittizii di tal investigazione e li pubblicò in due volumi che vennero successivamente pubblicati: il primo nel 1762 sotto il patronato di lord Bute, col titolo di Fingal, an epic poem in eight books with other lesser poems; il secondo nel 1763, col titolo di Jemora, an epic poem in eight books, with other poems. Queste produzioni, la cui autenticità fu però messa in dubbio da più critici, trovarono ammiratori entusiasti ed aprirono all’editore la via alla fortuna. Nel 1764 diventò segretario particolare del capitano Johnstone, governatore di Pensacola. Nominato poi ispettore generale delle Floride, visitò le Indie occidentali, ed al suo ritorno in Inghilterra nel 1766, ricevette una pensione di 200 sterline che godette fino alla morte.

Benchè le opere di Macpherson attestino un certo talento, e l’autore fosse un uomo abilissimo che non si lasciava sfuggire veruna occasione di aumentare la sua fortuna e la sua fama, tuttavia non l’avrebbero forse fatto uscire dall’oscurità se egli non fosse stato l’editore di Ossian.

Secondo l’editore, i Poemi d’Ossian erano una traduzione fatta da lui medesimo sopra antichi manoscritti ersi da lui raccolti negli Highlands di Scozia. Siffatti manoscritti contenevano composizioni autentiche di Ossian, poeta highlandese che viveva verso il mezzo del terzo secolo dell’era cristiana e le cui opere si erano trasmesse oralmente di bardo in bardo fino all’introduzione della scrittura nelle montagne della Scozia. Il più gran critico di quel tempo, il dottor Johnson, dichiarò che tutte queste asserzioni erano false, che i poemi attribuiti ad Ossian erano un’impostura, e sfidò Macpherson a produrre un solo manoscritto d’un poema erso più antico del decimosesto secolo. Anche Hume e Gibbon si espressero, benchè con maggior riserbo, contro l’autenticità dei poemi d’Ossian. D’altra parte Blair li difese in una dissertazione critica, più eloquente che solida, e Henry nella sua Histoire de la Grande-Brétagne si fondò sulla loro testimonianza per dipingere i costumi primitivi degli abitanti della Scozia. Lord Karnes, nei suoi Schizzi dell’Uomo, invocò pure la loro autorità, in appoggio alle sue teorie. Il traduttore italiano Cesarotti non si peritò di collocare