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canto secondo. 43

Di Cucullino, o mi trapassa il petto.
380Oimè, disse il garzon, Deugala, e come?
Io svenar Cucullino? egli è l’amico
De’ miei pensier segreti, e contro ad esso
Solleverò la spada? Ella tre giorni
Pianse, nel quarto dì cesse al suo pianto
385L’infelice garzon. Deugala, ei disse,
Tu ’l vuoi, combatterò: ma potess’io
Cader sotto il suo brando! Io dovrei dunque
Errar sul colle, e rimirar la tomba
Di Cucullin? Noi presso a Muri insieme
390Pugnammo: s’impacciavano l’un l’altro
Ad arte i brandi nostri, il fatal colpo
Sfuggendo, sdrucciolavano sugli elmi,
Strisciavano su i scudi. Eragli accanto
Deugala sua: con un sorriso amaro
395Diedesi a rampognarlo: O giovinetto,
Debole è ’l braccio tuo, non è pel brando
Questa tenera età; garzone imbelle,
Cedi al figlio di Semo; egli pareggia
Lo scoglio di Malmor. Corsegli all’occhio
400Lagrima di vergogna; a me si volse,
E parlò balbettando: Alza il tuo scudo,
Alzalo, Cucullino, e ti difendi
Dal braccio dell’amico: ho grave e negra
L’anima di dolor, chè uccider deggio
405Il maggior degli amici e degli eroi.
     Trassi a quei detti alto sospir, qual vento
Da fessa rupe: sollevai del brando
L’acuto filo: ahi lasso! egli cadeo.
Cadde il Sol della pugna, il caro, il primo
410Tra’ fidi amici: sciagurata, imbelle
È la mia man, dacchè l’amico uccisi.
     — Figlio del carro, dolorosa istoria,
Carilo ripigliò, narrasti: or questa
Mi rimanda alla mente un fatto antico,
415Che può darti conforto. Io spesso intesi
Membrar Comallon 1 che l’amata uccise.
Pur sempre accompagnò vittoria e fama
La sua spada e i suoi passi. Era Comallo
Un figlio d’Albïon, di cento colli
420Alto signor: da mille rivi e mille
I suoi cervi beveano, e mille scogli
Rispondeano al latrar de’ veltri suoi;
Era soavità di giovinezza

  1. Guerriero scozzese. Non bisogna confonderlo con un altro Comal, padre di Fingal.