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36 fingal

Volgersi incontro a quel rumore, ond’io
Piangessi poi del mio fedel la morte.
60Conàl, che vuoi? figlio di Còlgar parla;
Lucido è ’l tuo consiglio al par del sole2.
     – Duce, ei rispose, a me pur ora apparve
L’ombra di Crùgal: trasparìan le stelle
Fosche per la sua forma; avea la voce
65Di lontano ruscello: egli sen venne
Messaggiero di morte; ei favellommi
Dell’oscura magion. Duce d’Erina
Sollecita la pace, o a sgombrar pensa
Dalla piaggia del Lena. Ancor che fosche
70Per la sua forma trasparìan le stelle.
Soggiunse Cucullin: – Teco, o Conallo,
L’ombra parlò? questo fu ’l vento amico3,
Che nelle grotte mormorò del Lena.
O se pur fu Crugàl, chè nol forzasti
75Di comparirmi innanzi? e non gli hai chiesto
Dove sia l’antro suo, dove l’albergo
Dell’ospite dei venti? allor potrebbe
Forse il mio brando rintracciar cotesta
Presaga voce, e trar da quella a forza
80Il suo saper: ma ’l suo saper, Conallo,
Credimi, è poco. Or come? egli poc’anzi
Fu pur tra noi: più su che i nostri colli
Ei non varcò: chi della nostra morte
Potrìagli adunque rivelar l’arcano?
     85– L’ombre sui venti e sulle nubi in frotta
Vengono e vanno a lor piacer, soggiunse
Il senno di Conàl; nelle spelonche
Fanno alterni colloqui, e degli eventi
Parlano de’ mortali. – E de’ mortali
90Parlino a senno lor, parlin di tutti,
Di me non già, che ’l ragionarne è vano.
Scordinsi Cucullin, perch’io son fermo
Di non fuggir: se fisso è pur ch’io caggia,
Trofeo di gloria alle future etadi
95Sorgerà la mia tomba; il cacciatore
Verserà qualche lagrima pietosa
Sopra il mio sasso, e alla fedel Bragela
Sarò memoria ognor dolce ed acerba.
Non temo di morir, di fuggir temo,
100E di smentirmi: chè più volte in guerra
Scorsemi vincitor l’alto Fingallo 4.
O tenebroso fantasma del colle,
Su via mostrati a me, vien sul tuo nembo,
Vien sul tuo raggio; in la tua man rinchiusa
105Mostrami la mia morte, aerea forma,
Non fuggirò: va, va, Conàl, colpisci