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12 fingal

Posava l’asta, appiè giacea lo scudo.
5Membrava ei col pensiero il pro Cairba
Da lui spento in battaglia, allor che ad esso
L’esplorator dell’oceàn sen venne,
Moran figlio di Fiti. ― Alzati, ei disse,
Alzati, Cucullin: già di Svarano
10Veggo le navi; è numerosa l’oste,
Molti i figli del mar. ― Tu sempre tremi,
Figlio di Fiti, a lui rispose il duce
Occhiazzurro d’Erinan 1, e la tua tema
Agli occhi tuoi moltiplica i nemici;
15Fia forse il re de’ solitari colli,n 2
Che a soccorrer mi vien. ― No, no, diss’egli,
Vidi il lor duce; al luccicar dell’arme,
Alla quadrata torreggiante mole
Parea masso di ghiaccio: asta ei solleva
20Pari a quel pin che folgore passando
Disfrondato lesciòn 3: nascente luna
Sembra il suo scudo. Egli sedea sul lido
Sopra uno scoglio, annubilato in volto,
Come nebbia sul colle. O primo, io dissi,2
25Tra’ mortali, che fai? son molte in guerra
Le nostre destre, e forti; a ragion detto
Il possente sei tu, ma non pertanto
Più d’un possente dall’eccelsa Tura
Fa di sè mostra. Oh, rispos’ei, col tuono
30D’un’infranta allo scoglio, e mugghiante onda,
Chi mi somiglia? al mio cospetto innanzi
Non resistono eroi; cadon prostrati
Sotto il mio braccio. Il sol Fingallo3, il forte
Re di Morven nembosa, affrontar puote
35La possa di Svaran. Lottammo un tempo
Sui prati di Malmorre, e i nostri passi
Crollaro il bosco; e traballàr le rupi
Smosse dalle ferrigne ime radici;
E impauriti alla terribil zuffa
40Fuggir travolti dal suo corso i rivi.
Tre dì pugnammo, e ripugnammo: i duci
Stetter da lungi, e ne tremàr. Nel quarto
Vanta Fingàl, che’ re dell’oceàno
Cadde atterrato, ma Svaran sostenta
45Ch’ei non piegò ginocchio, e non diè crollo.

  1. Erin, nome dell’Irlanda, da ear, o jar occidente, e da in isola
  2. Fingal.
  3. Questa iperbolica immagine della persona di Svarano corrisponde alla gigantesca statura dei popoli settentrionali, attesta da tutti gli storici. Avvertasi inoltre che quel che parla è un uomo spaventato.