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sonetti. 75



XXVII.

ER SANTO PADRE ABBRAMO.


3.


     Quanno fu er terzo giorno finarmente,
Se scropì da lontano un monticello;
Allora er boccio1 disse a le su’ gente:
— Restate puro2 qui cór somarello.

     E doppo poi se sa3 come quarmente
Agnéde4 in su cór fio5 che, poverello,
Siccome lui nun ce capiva gnente,
Diceva: — Tata,6v e indóve sta l’agnello?

     E Tata duro! ... Abbasta, er resto poi
Lo sanno tutti, si la storia è vera.
Ma er bello è, che ner mentre uno de noi

     Ch’ariprovassi7 oggi a fà antrettanto,
Lo pìjeno e lo schiàffeno in galera,
Lui s’è scroccato er titolo de santo!

    pag. 124), sono composti di marra e ascia, appunto come il toscano marrascura (zappa munita di scure, per tagliare i boschi cedui, per ripulire gli ulivi, ec.) è composto di marra e scure.

  1. Il vecchio, Abramo.
  2. Pure.
  3. Si sa, è noto.
  4. Andiede, andò.
  5. Col figlio.
  6. Babbo.
  7. Che riprovasse.