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un nuovo poeta romanesco. 41

in ciò il suo maestro, vuole che il titolo abbia pur esso una forma artistica e armonizzi con tutto il componimento.

Ma se egli ha saputo appropriarsi l’arte del maestro perfino in così minuti particolari, si tiene però tanto lontano dal copiarlo servilmente, che tra’ suoi sonetti ce n’è alcuni che il Belli non avrebbe neppur concepito. Questo, per esempio:


CXX.

’N’ANTRA LEZZIONE DE MAMMA.1


     Curre, curre, viè qua, Crementinella.
— Che c’è, mamma? — Viè a vede sta formica.
— Dove? — Lì sotto a quela pianticella.
— Quela de marva? — No, quela d’ortica.
     Vedi come s’aina,2 poverella!
Varda3 lì si che razza de fatica
Che fa, pe’ tirà su ’na mollichella
De pane; va’,3 povera bèstia, e mica
     Se ferma.... E mo’ perché vòrti la schina4
Ma dite, mamma: che ciavét’i’ mente?
Me volévio5 pe’ questo?! ... — Eh, Crementina ....
     Pe’ fàtte ved’un po’ come quarmente
’Na bèstia, be’ che bèstia e piccinina,
Lavora sempre.... e tu nun fai mai gnente!




  1. La prima di queste lezioni è nel sonetto xli, a pag. 89.
  2. Si sforza, s’affatica.
  3. 3,0 3,1 Guarda.
  4. Volti la schiena?
  5. Mi volevate.