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un nuovo poeta romanesco. 15

e smette. L’altro invece ci piglia gusto, perchè il libretto della dottrina gli suscita in mente dubbi sopra dubbi, ed egli, per averne la soluzione, tormenta il povero don Ghetano, che il più delle volte non sa, o non può, o non vuole dargliela. La serva entra in scena di rado, ma sempre inviperita contro la dottrina cristiana, che fa perder tempo a lei e al curato, e le tira in casa tanti regazzacci.

Per rendere la finzione affatto verisimile, l’autore ha seguito scrupolosamente l ’ordine del catechismo, studiandosi di ricavar pensieri e parole sempre da questo; e per fare a meno di note dichiarative, ha stampato addirittura in testa a ogni sonetto il passo del catechismo cui si riferisce. In un sonetto poi, che serve di proemio, dà così ragione, argutamente, dell’opera sua:

A chi vò lègge.

    V’aricordate che da regazzino
Tenévio1 sempre i’ mano sto libbretto,
Che Dio sa quante vorte avete letto
Fino che sete stato piccinino?

    Be’, arïècchelo qua sto librettino,
Ma.... stampato ’gni paggin’ un pezzetto,
E sotto poi pe’ soprappiù un sonetto
Che serve a spiegà mejo er Bellarmino.

    Ah! quanto costa? Aspettate u’ momento.
Vo’ sapete contà, pe’ cristallina!?
Be’, sti sonetti quanti so’? So’ cento .


  1. Tenevate.