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UN NUOVO POETA ROMANESCO.1


I.


Il Belli, ne’ duemila e più sonetti che scrisse in dialetto, intese a ritrarre il carattere e la vita del popolo, o, a dir meglio, della plebe di Roma. Ciò che lo distingue da tutti gli altri scrittori di dialetto, compresi quelli che prima di lui tentarono il romanesco, è questo: che gli altri si servono della lingua del popolo per esprimere, quasi sempre, sentimenti e pensieri propri, ed egli invece se ne serve per esprimere sentimenti e pensieri del popolo stesso, mettendolo addirittura in scena e facendo parlar sempre lui. E come si sarebbe guardato bene di alterare solo d’un ette la


  1. Questo scritto fu pubblicato nella Nuova Antologia del 15 aprile 1878, e per la presente ristampa è stato riveduto dall’autore, il quale crede che possa servire di complemento all’altro da lui premesso ai Duecento Sonetti del Belli; giacchè gli pare che, uniti, diano un’idea sufficiente del Belli stesso e della sua Scuola.