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sità rigorose. Nel campo della pittura che è il nostro campo sperimentale, vediamo che la pittura ha come necessità una superficie che deve restar piana; come leggi fondamentali l’ombra e la prospettiva. Ci si pone ora un problema. E il colore?


Leonardo non s’è molto preoccupato di’ questa, che per la pittura è la delizia fondamentale. Nessuno vuol riflettere a questo fatto, perchè tutti lo sanno; ma in verità non basta spiegarlo dicendo che Leonardo era un fiorentino, e che i fiorentini non erano coloristi. E’ falso, prima di tutto, che i fiorentini fossero così poco coloristi come si dice; e non è detto d’altra parte, che per il fatto che i fiorentini non erano dei coloristi, anche Leonardo dovesse diventare un disegnatore. Come sconvolse la pittura del suo tempo con lo sfumato e la prospettiva aerea, che non sono un privilegio dei fiorentini, avrebbe potuto essere un colorista a dispetto delle sue origini. Rinunziò invece al colore, e non per caso o per abitudine. Perchè?

«La prima intenzione del pittore, scrive Leonardo, è fare che una superficie piana si